Una biblioteca della solidarietà in ex-Jugoslavia

L’esperienza di impegno in aiuto delle popolazioni della ex-Jugoslavia che ha visto coinvolta la società civile italiana nel corso degli anni Novanta non occupa uno spazio di particolare rilievo nella memoria pubblica. Si è trattato, tuttavia, di un’ampia mobilitazione che ha lasciato in eredità una profonda stratificazione di testimonianze scritte che, in tempi e luoghi anche molto lontani tra loro, sono divenute libri.

Ciò ha prodotto un corpus complessivo di testimonianze rilevante, ma di difficile valutazione in quanto estremamente disperso: pubblicazioni introvabili, testi un tempo conosciuti e oggi dimenticati sugli scaffali delle biblioteche, novità editoriali che raramente riescono a raggiungere un vasto pubblico, circolando in limitate realtà territoriali o associative.

Individuare, scovare e riorganizzare questo patrimonio non è lavoro immediato né privo di difficoltà, Osservatorio Balcani e Caucaso prova tuttavia a proporre in questa sede una bibliografia volta a tracciare un primo quadro unitario di tale produzione. Scorrendola si incontrano pubblicazioni di diverso tipo, dai diari dell’epoca alle memorie stese solo tempo dopo; dai resoconti dei progetti messi in campo ai testi di contro-informazione.

Una-biblioteca-della-solidarieta-in-ex-Jugoslavia_largePrimo viaggio

 

Si pubblicava molto in quegli anni concitati, spinti dalla necessità di condividere esperienze eccezionali, di spiegare o semplicemente di raccontare. Ma non senza un po’ di sorpresa, si riscontra anche negli odierni cataloghi editoriali una certa offerta di testimonianze, spesso impegnate a conciliare la distanza dello sguardo con l’emozione suscitata dalle ricorrenze ventennali che accompagnano questi mesi: la prima marcia a Sarajevo (dicembre 1992), Mir Sada (agosto 1993), il brutale assassinio dei volontari del convoglio bresciano (maggio 1993) e quello di Moreno Locatelli (ottobre 1993), solo per citare i più noti.

Tra le diverse pubblicazione sono certamente i diari dell’epoca quelli che permettono di rivivere in presa diretta lo slancio, l’entusiasmo – ma anche le difficoltà, lo spaesamento, la confusione – di un’esperienza fuori dall’ordinario. In controluce si legge il tortuoso processo di conoscenza di un mondo in molti casi “altro”, di nuove lingue, geografie e Storie con l’iniziale maiuscola, nell’intreccio con i diversi destini personali.

In altri casi è stato il tempo, nella dimensione di qualche mese, di anni o di decenni, a far maturare il desiderio di raccontare le proprie esperienze con sguardo più distaccato, cercando di tracciare bilanci, rivendicando meriti o svelando il disincanto depositato dal passare degli anni.

A tutto questo si sono affiancate ricostruzioni a scopo informativo, stese sulla base di ricerche più o meno sistematiche e volte far luce su alcune particolari vicende.

Le guerre di dissoluzione jugoslava si svolsero in un tempo in cui informazioni ed aggiornamenti passavano soprattutto per la carta stampata, per questo motivo possiamo oggi contare anche sulle numerose pubblicazioni curate dalle stesse associazioni, diffuse allo scopo di presentare e raccontare progetti ed iniziative ai propri simpatizzanti. Inoltre, il supporto ai gruppi pacifisti e di opposizione nei vari contesti jugoslavi determinava un forte impegno nell’offrire loro la possibilità di rivendicare la propria presenza e di raccontare un diverso punto di vista anche fuori dai propri confini. I diversi testi che all’epoca venivano divulgati a questo scopo raccontano oggi di quell’importante dialogo tra le due sponde del mare Adriatico.

Questa biblioteca vuole essere un primo indicatore del peso complessivo dell’esperienza vissuta da tanti cittadini italiani e mettere nella condizione di intravedere la varietà delle appartenenze e delle sensibilità di chi ne prese parte. Per approfondire: www.cercavamolapace.org/