Il 4 e 5 giugno scorso , presso il Centro Marianum di Belgrado, è stato realizzato un seminario per docenti ed educatori sulla prevenzione ed intervento in situazioni di confltti tra pari, nel’ambito del progetto “Head Hands Heart”, finanziato dal Ministero Italiano degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Il progetto ha come capofila l’associazione New Humanity e vede il partenariato di 9 associazioni/scuole presenti nei Balcani (Serbia, Bosnia, Montenegro, Macedonia del Nord e Kosovo).
Hanno partecipato circa 20 tra insegnanti ed educatori provenienti dalla zona di Belgrado, della Vojvodina (regione serba) e Bosnia, mentre nel week-end precedente sempre una ventina di insegnanti provenienti da Macedonia del Nord, Montenegro e Kosovo hanno svolto la stessa formazione a Skopje.
Tenendo conto del fatto che i dipendenti nel settore dell’istruzione e gli educatori debbano affrontare nuove sfide nel loro lavoro quotidiano con i giovani, da comportamenti indesiderati a forme più gravi di violenza tra pari, il seminario intendeva contribuire al rafforzare le loro competenze professionali attraverso metodi innovativi.
L’associazione bNET – Rete Progetto Pace di Treviso ha svolto il ruolo di trainer del seminario, grazie all’esperienza pluriennale acquisita dapprima tramite il progetto europeo Daphne “Joining forces to combat cyber bullying in schools” e poi con l’implementazione di corsi di formazione per docenti e studenti dal 2017 al 2020 presso 8 scuole della Regione Veneto.
La metodologia “No Blame Approach” è una dinamica riparativa adatta ai diversi target dagli studenti, dalla scuola materna alla scuola primaria e secondaria inferiore, basate sulle fasi di riconoscimento, definizione e reazione in situazioni contrassegnate come bullismo.
Già dall’inizio del corso è stato interessante notare la diversa connotazione della parola “bullismo” nelle lingue dei Balcani che non è espressamente presente come nelle legislazioni dei paesi UE, ma viene usata piuttosto la parola “violenza”. Per questo si è individuato nella parola “molestia” – intesa come uso di minacce, coercizione con l’intenzione di abusare, intimidire, attaccare o dominare gli altri – la miglior traduzione del termine bullismo.
Dopodichè sono state illustrate le 3 diverse fasi di risoluzione: la fase di dialogo con gli studenti vittime, la fase di offerta del supporto per gli studenti ed il confronto finale, tutte attraverso dinamiche di gruppo quali giochi di ruolo e simulazioni.
L’armonia delle diversità, il contenuto della formazione, l’esperienza degli insegnanti, la buona qualità dell’organizzazione hanno reso i due giorni trascorsi insieme un’esperienza speciale su un argomento che cattura l’attenzione non solo degli insegnanti ma anche dei genitori.
È stato un grande piacere organizzare un gruppo di insegnanti eccezionali che hanno testimoniato con la loro esperienza un grande impegno per l’istruzione, gli studenti, i valori umani e l’apprendimento.
Prof.ssa Snežana Stojković Pavlović (coordinatrice del progetto in Serbia)